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Il mondo dei browser web sta cambiando. Abbiamo già avuto modo di evidenziare alcune delle caratteristiche 'inedite' che debutteranno con il lancio delle versioni finali di Internet Explorer 9.0, Firefox 4.0 e Chrome 7.0. Gli utenti richiedono di puntare maggiormente sul rendering degli elementi grafici e su una più rapida esecuzione del codice JavaScript dal momento che al giorno d'oggi le attese più lunghe sono correlate al caricamento delle più moderne applicazioni web. In seconda battuta, il browser dovrebbe utilizzare, con sempre maggor parsimonia, memoria e processore.
Corrado Calabrò, Presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM), aveva lanciato lo scorso luglio un monito importante: se non si vuol perdere terreno, in Europa e nel mondo, sono necessari investimenti sulla banda larga. L'Italia, ha spiegato Calabrò, è sì ai vertici per diffusione di tecnologie per l''Internet mobile' (5 milioni di chiavette USB per la 'navigazione' in mobilità e circa 15 milioni di smartphone in circolazione) ma è sotto la media europea per ciò che concerne la disponibilità del 'broadband'. Il Presidente di AGCOM aveva osservato come uno scenario del genere abbia conseguenze nefaste per le attività d'impresa. Sono sotto la media, poi, il numero di famiglie connesse alla Rete, gli acquisti online, il contributo dell'ICT al prodotto interno del Paese.
Google aggiorna il suo 'Transparency Report', uno strumento online - accessibile pubblicamente - che si prefigge, come obiettivo, quello di rappresentare in quali Paesi del mondo le attività di censura siano più pesanti e frequenti. Per ciascuna nazione, Google indica - servendosi del planisfero - quante richieste di rimozione dei contenuti sono pervenute al 'quartier generale' dell'azienda ed a quali servizi (motore di ricerca, YouTube, pagine su Blogger, gruppi, GMail,...) si riferiscono tali istanze. Va comunque detto che alcune richieste di eliminazione dei contenuti sono da considerarsi assolutamente legittime: non si tratta di censura quando, ad esempio, un tribunale abbia disposto la cancellazione di informazioni pubblicate in violazione di norme vigenti.
'Una chiara vittoria per la rete Internet e per le regole che la governano'. Così YouTube (di proprietà di Google dal mese di novembre 2006) ha commentato la sentenza emessa da un tribunale spagnolo che ha ritenuto di assolvere il celeberrimo servizio dalle accuse di violazione delle leggi a tutela del diritto d'autore. Secondo i giudici iberici sarebbe praticamente impossibile esaminare tutti i video condivisi su YouTube da parte degli iscritti. La responsabilità legata alla condivisione del materiale eventualmente soggetto a copyright ricade quindi solo ed esclusivamente su chi lo mette 'a fattor comune'.
La sorpresa è arrivata nel corso del primo keynote della mattina, quando Michael Dell (nella foto), Chief Executive di Dell, ospite per l'ottavo anno consecutivo all'Oracle OpenWorld, ha estratto dalla tasca un nuovo tablet.






